L’inquinamento dell’aria si sta dimostrando un fattore di rischio sempre più rilevante per l’insorgenza del cancro, in particolare per il cancro al polmone. A sottolinearlo è il presidente della Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Saverio Cinieri. Della stessa opinione anche Paolo Vineis, ordinario di Epidemiologia ambientale all’Imperial College di Londra, che rileva come siano “migliaia ogni anno i casi di cancro in Italia collegabili all’inquinamento ambientale e dell’aria”.
“Finora – spiega Cinieri in occasione del Convegno nazionale ‘Close the Care Gap’ – si sono considerati i siti di interessi quali l’Ilva e la Terra dei fuochi, con una sensazione legata all’aumento del rischio di cancro. Ora però abbiamo un dato mondiale, pubblicato, che ci dice che laddove c’è un maggiore inquinamento dovuto ad automobili, riscaldamento e fumi dei camini c’è una maggiore propensione ad una manifestazione precoce di un gene, chiamato Gfr, che è causa di cancro al polmone soprattutto nelle donne non fumatrici. Si tratta di una dato importante, su cui stiamo lavorando”. Le polveri sottili PM2. 5, afferma Vineis, “sono dichiarate dall’Oms fra i cancerogeni certi per l’uomo (Gruppo 1) e si stimano circa 4,5 milioni di morti l’anno nel mondo per varie cause collegate all’inquinamento atmosferico”. Un ambito il cui studio si sta ora approfondendo anche attraverso una nuova branca di ricerca, l’Esposoma: “Si tratta dello studio e del riconoscimento degli inquinanti ambientali e del loro effetto sulle cellule dell’organismo umano”. Ad oggi, sottolinea, “sappiamo che sono numerose le sostanze inquinanti che vengono rilevate nel sangue umano ed il punto è che non conosciamo ancora gli effetti della loro interazione”.
Ma a pesare sono anche altri cattivi stili di vita. Errata alimentazione, sedentarietà, fumo di sigaretta, alcol: “Su questi fronte gli italiani purtroppo – afferma Cinieri – sono ancora messi male. Il consumo di alcol, ad esempio, persiste ma è più comune al nord che al sud, mentre la sedentarietà è più comune al sud nei giovani rispetto alle regioni del nord. Sul fronte alimentare va invece segnalato che il consumo di frutta e verdura è bassissimo al sud e nelle isole, eppure in queste zone si producono ampiamente frutta e verdura. Produciamo cioè prodotti salutari che non consumiamo e questo è un grave errore”. Da qui i consigli per uno stile di vita sano, con una funzione preventiva anche contro i tumori. Principi che dovrebbero ormai essere noti ma che, purtroppo, non sono ancora applicati adeguatamente: “Niente fumo, ridurre fortemente l’alcol, seguire una dieta il più vicino possibile a quella mediterranea riducendo i consumi di carne rossa e con fritta e verdure da consumarsi da 3 a 7 volte al giorno, ed infine – conclude Cinieri – aumentare l’attività fisica”.