Roma, 13 dicembre 2021 – Praticare attività fisica intensa in aree con maggiore inquinamento atmosferico può determinare meno benefici, per la salute cerebrale, rispetto a fare movimento in aree senza smog. E’ quanto sostiene uno studio delll’Università dell’Arizona a Tucson e pubblicato sulla rivista scientifica Neurology.
“L’esercizio fisico fatto energicamente può aumentare l’esposizione all’inquinamento atmosferico e studi precedenti hanno già mostrato effetti negativi dell’inquinamento sul cervello”, ha detto l’autrice dello studio, Melissa Furlong, ricercatrice dell’Università dell’Arizona a Tucson. “Abbiamo dimostrato che l’attività fisica è associata a migliori marcatori della salute del cervello nelle aree con un minor inquinamento atmosferico – ha aggiunto -Tuttavia, alcuni effetti benefici sono essenzialmente scomparsi nei casi delle attività fisiche nelle aree con i più alti livelli di inquinamento atmosferico. Questo non vuol dire che le persone dovrebbero evitarlo. Nel complesso, l’effetto dell’inquinamento atmosferico sulla salute del cervello è stato modesto”. I ricercatori hanno scoperto che un’attività fisica energica riduce l’iperintensità della sostanza bianca nelle aree a basso inquinamento atmosferico, ma questi benefici non sono stati riscontrati tra quelli nelle aree ad alto inquinamento atmosferico. “Sono necessarie ulteriori ricerche, ma se i nostri risultati dovessero essere replicati, le politiche pubbliche potrebbero essere utilizzate per affrontare la questione dell’esposizione delle persone all’inquinamento atmosferico durante l’esercizio fisico – ha continuato Furlong – Ad esempio, poiché una quantità significativa di inquinamento atmosferico deriva dal traffico, la promozione della corsa o della bicicletta lungo percorsi lontani dal traffico intenso può essere più vantaggiosa”.