Studio: il vaccino dell’HPV previene i parti prematuri

Sydney, 14 maggio 2020 – La vaccinazione contro l’HPV può avere un ruolo anche contro le nascite premature. Da quando è stata introdotta in Australia è servita a prevenire circa 2.000 parti prematuri nell’arco di otto anni. E’ quanto ha evidenziato uno studio condotto dal Cancer Council of New South Wales che si basa su dati demografici di nascite dal 2007 al 2015. Nel 2007 l’Australia è stata uno dei primi paesi al mondo rendere disponibile il vaccino per il virus HPV, che provoca cancro del collo dell’utero e altre neoplasie. Il vaccino è stato fornito inizialmente a donne adolescenti e fino a 26 anni e viene ora somministrato a ragazze e ragazzi all’inizio delle scuole superiori. I tassi di infezione in donne tra 18 e 35 anni sono diminuiti dell’80% da quando è stato introdotto il programma nazionale di vaccinazione, riducendosi a un tasso del 2% o meno. La responsabile della ricerca, l’epidemiologa Karen Canfell, sostiene che i dati indicano una correlazione fra la popolazione con una copertura del vaccino fra il 60 e l’80% e una netta riduzione di nascite premature, di nascite di peso minore e altri esiti avversi di gravidanza. “I dati indicano che nel gruppo di donne di 37 anni o meno si è registrato un declino di circa il 3,2% nei parti prematuri. Questo può non sembrare molto, ma stimiamo che sia servito a prevenire circa 2000 nascite premature durante il periodo”, aggiunge. La copertura del vaccino è inoltre correlata con una riduzione del 9,8% in nascite di peso minore rispetto all’età gestionale.