Sport nemico di fertilità se troppo o poco, al top nuoto e ballo


2 agosto 2023 – Troppo o troppo poco. Lo sport può essere nemico della fertilità, se si esagera in un senso o nell’altro. Ma alcune attività sportive sono di maggiore aiuto per le aspiranti mamme, come per esempio il nuoto o la danza, raccomandabili prima e durante la gravidanza. Lo spiega Daniela Galliano, specialista di ginecologia, ostetricia e medicina della riproduzione, responsabile del Centro Pma di Ivi Roma, che ricorda come il movimento migliora la salute generale e quella riproduttiva della donna. L’attività fisica, infatti, ottimizza la mineralizzazione ossea, che contribuisce alla prevenzione dell’osteoporosi e rappresenta una protezione in più in vista di gravidanza e allattamento. Migliora inoltre la salute mentale, riduce stress e ansia, favorisce la qualità del sonno e dell’autostima. Ed è un vantaggio anche in gravidanza.

Controproducente, invece, un’attività fisica troppo intensa, che può avere come conseguenze un basso livello di estrogeni o improvvise variazioni di peso che possono influire, ad esempio, sui cicli di ovulazione e portare anche alla scomparsa del ciclo mestruale. Quando il corpo è sottoposto a un’intensa attività in maniera continuativa le capacità ormonali delle donne possono essere limitate, fino alla scomparsa o all’alterazione delle mestruazioni. Quando questa situazione viene mantenuta per un lungo periodo di tempo, può causare problemi di fertilità. “L’amenorrea – sottolinea Galliano – è abbastanza comune nelle donne in età riproduttiva che praticano attività fisica ad alti ritmi, poiché c’è uno squilibrio tra le calorie fornite dalla dieta e l’energia consumata. Pertanto, gli ormoni che regolano il funzionamento dell’ovaio sono interessati. Se l’amenorrea è mantenuta per un lungo periodo di tempo può causare infertilità, e quindi problemi per la donna a rimanere incinta naturalmente”. Questo tipo di disturbi, infatti, colpisce prevalentemente donne che praticano uno sport, sia a livello professionale sia a livello agonistico o amatoriale, in cui è necessario mantenere un peso corporeo poco elevato, come danza, atletica e corsa.
Un’attività fisica moderata, ma costante, ha invece effetti benefici per l’organismo. Il ministero della Salute, raccomanda per le future mamme almeno 150 minuti di attività fisica a intensità moderata ogni settimana (o 30 minuti per 5 giorni), cominciando gradualmente. Bisogna saper scegliere, però, il tipo di attività fisica e adeguare i tempi e l’intensità, oltre ad accompagnarla con un’alimentazione equilibrata. Per le non sportive, nuotare o praticare qualche attività aerobica, come camminare o ballare, e una ginnastica moderata sono molto raccomandabili, sia prima di iniziare un trattamento di riproduzione assistita o prima di restare incinta, che durante la gravidanza. Tuttavia, praticare pilates o yoga è sconsigliato subito dopo il trasferimento embrionario, dato che possono esercitare pressione intra-addominale.

Per gli uomini che vogliono un figlio, infine, no a equitazione, ciclismo, alpinismo, atletica leggera, maratona, attività subacquea e alcune attività in palestra. “Questi sport – evidenzia Galliano – riducono l’afflusso di sangue ai genitali comprimendo direttamente la zona perineale. Inoltre, spesso chi li pratica, per migliorare le proprie prestazioni, ricorre all’uso di anabolizzanti, danneggiando l’equilibrio ormonale e venendo a modificarsi la produzione di testosterone. In più, la quantità e la qualità del liquido seminale ne risentono”, conclude l’esperta ricordando che “sono gli eccessi a creare i problemi. Se si è in buona salute, ci si allenai in maniera equilibrata e si ha un peso corretto, sarà sufficiente dedicare tra i 30 e i 45 minuti a fare esercizio fisico 4 o 5 volte a settimana”.